TITOLO ORIGINALE: I Am Legend
AUTORE: Richard Matheson
ANNO DI USCITA: 1954
PAGINE: 218
EDITORE: Fanucci
PAESE: USA
VOTO: 80
PAESE: USA
VOTO: 80
Sebbene non possa essere considerato un romanzo horror nel senso stretto del termine, Io Sono Leggenda parte da un concetto estremamente terrificante, che va a ribaltare di netto lo spunto del Dracula di Bram Stoker: un uomo solo, l’ultimo sopravvissuto della razza umano in un mondo ormai dominato dai vampiri.
Robert Neville conduce una vita apparentemente normale: esce al mattino, va a compiere le sue faccende quotidiane, rientra a casa, fa lavoretti in casa se necessaria, si prepara da mangiare, la sera si rilassa in poltrona ascoltando musica classica e sorseggiando whisky. Niente di troppo fuori dal normale, se non fosse che durante la notte la sua casa è attorniata da vampiri e che durante il giorno va in cerca proprio di quelle creature per ucciderle durante il loro riposo diurno.
Ci troviamo dunque subito gettati nel bel mezzo della vicenda, quando ormai tutto è avvenuto, e nel corso del romanzo sporadici elementi ricostruiranno il passato, ciò che ha causato quell’epidemia, come si è svolta. Gli elementi disseminati non sono moltissimi, in quanto l’attenzione di Matheson è rivolta quasi esclusivamente al presente, alla vita di Robert, ai suoi pensieri, i suoi scoramenti, la sua quotidianità, e da un certo punto in poi anche la sua speranza, prontamente troncata poco dopo essere nata.
Il grande punto di forza del romanzo risiede nella capacità dello scrittore americano di gestire una trama incentrata su un unico personaggio senza rendere pesante o noiosa la lettura. A ciò si aggiunge la visionarietà intrinseca nello spunto che caratterizza l’opera: sembra di vedere dinanzi ai propri occhi un mondo desolato, allo sbando, dominato da creature della notte infette. Ed in tal senso risulta interessante l’atteggiamento di Robert, che innanzitutto formula tutta una serie di interessanti teorie sulla nascita di alcune superstizioni legate al vampirismo, come ad esempio la repulsione generata nei vampiri dalla croce, dall’acqua santa e dall’aglio, e che da un certo punto in poi sfocia in vera e propria ricerca medica, aspetto che rende il romanzo una sorta di opera di fantascienza post-apocalittica.
E’ d’obbligo spendere qualche parola a proposito del finale, che oltre a dare senso al titolo è anche un nuovo punto di partenza. Azzeccato e calzante il modo in cui viene descritto il mutare delle cose e della prospettiva, ma evitiamo di scendere in ulteriori dettagli per non rovinare la sorpresa. E’ sufficiente dire che Matheson sembra indirizzare una pesante critica alla società e ad alcuni suoi meccanismi connaturati.
Io Sono Leggenda va letto, ma non è un capolavoro. Il suo scorrimento è a tratti innocuo, e non sempre interessante o coinvolgente. Risente anche della solitudine di Robert, e del fatto che la visione che ci viene offerta è solo la sua, quindi assai limitata e priva di globalità e cognizione di ciò che è avvenuto e soprattutto di ciò che sta avvenendo nel resto del mondo. Tuttavia, ciò inficia in maniera marginale il romanzo ed il suo focus. Merito a Matheson dunque per lo spunto inquietante ed originale, e per aver saputo gestire in maniera pressoché ottimale una situazione ed una narrazione non sempre semplice. Un must del genere.
Robert Neville conduce una vita apparentemente normale: esce al mattino, va a compiere le sue faccende quotidiane, rientra a casa, fa lavoretti in casa se necessaria, si prepara da mangiare, la sera si rilassa in poltrona ascoltando musica classica e sorseggiando whisky. Niente di troppo fuori dal normale, se non fosse che durante la notte la sua casa è attorniata da vampiri e che durante il giorno va in cerca proprio di quelle creature per ucciderle durante il loro riposo diurno.
Ci troviamo dunque subito gettati nel bel mezzo della vicenda, quando ormai tutto è avvenuto, e nel corso del romanzo sporadici elementi ricostruiranno il passato, ciò che ha causato quell’epidemia, come si è svolta. Gli elementi disseminati non sono moltissimi, in quanto l’attenzione di Matheson è rivolta quasi esclusivamente al presente, alla vita di Robert, ai suoi pensieri, i suoi scoramenti, la sua quotidianità, e da un certo punto in poi anche la sua speranza, prontamente troncata poco dopo essere nata.
Il grande punto di forza del romanzo risiede nella capacità dello scrittore americano di gestire una trama incentrata su un unico personaggio senza rendere pesante o noiosa la lettura. A ciò si aggiunge la visionarietà intrinseca nello spunto che caratterizza l’opera: sembra di vedere dinanzi ai propri occhi un mondo desolato, allo sbando, dominato da creature della notte infette. Ed in tal senso risulta interessante l’atteggiamento di Robert, che innanzitutto formula tutta una serie di interessanti teorie sulla nascita di alcune superstizioni legate al vampirismo, come ad esempio la repulsione generata nei vampiri dalla croce, dall’acqua santa e dall’aglio, e che da un certo punto in poi sfocia in vera e propria ricerca medica, aspetto che rende il romanzo una sorta di opera di fantascienza post-apocalittica.
E’ d’obbligo spendere qualche parola a proposito del finale, che oltre a dare senso al titolo è anche un nuovo punto di partenza. Azzeccato e calzante il modo in cui viene descritto il mutare delle cose e della prospettiva, ma evitiamo di scendere in ulteriori dettagli per non rovinare la sorpresa. E’ sufficiente dire che Matheson sembra indirizzare una pesante critica alla società e ad alcuni suoi meccanismi connaturati.
Io Sono Leggenda va letto, ma non è un capolavoro. Il suo scorrimento è a tratti innocuo, e non sempre interessante o coinvolgente. Risente anche della solitudine di Robert, e del fatto che la visione che ci viene offerta è solo la sua, quindi assai limitata e priva di globalità e cognizione di ciò che è avvenuto e soprattutto di ciò che sta avvenendo nel resto del mondo. Tuttavia, ciò inficia in maniera marginale il romanzo ed il suo focus. Merito a Matheson dunque per lo spunto inquietante ed originale, e per aver saputo gestire in maniera pressoché ottimale una situazione ed una narrazione non sempre semplice. Un must del genere.
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