TITOLO ORIGINALE: I Spit On Your Grave
REGISTA: Meir Zarchi
ANNO DI USCITA: 1978
DURATA: 100’
PAESE: USA
VOTO: 85
Sporco e splendido. Non trovo due
aggettivi che più si addicano a I Spit
On Your Grave. Controverso, senza dubbio; figlio degli anni Settanta e de L’Ultima Casa A Sinistra, vero anche
questo. Ma quel che più conta è il modo secco, diretto e reale che Zarchi adotta per gettare sullo schermo
l’atrocità dello stupro, che rimane attaccato allo spettatore e ferisce.
Il filone di I Spit On Your Grave è quello del rape and revenge, quello a cui
appartiene un film che può essere considerato come suo “padre”, ovvero il
debutto di Wes Craven L’Ultima Casa A Sinistra. Come il nome
stesso del sottogenere lascia intendere, si tratta di storie caratterizzate
dallo stupro ai danni di una ragazza, ed alla conseguente vendetta, da parte di
un amico/familiare o, come nel caso in questione, dalla vittima stessa.
Jennifer, trasferitasi per il periodo estivo in una casetta di campagna di un
piccolo paese, per ricercare la tranquillità e poter scrivere un romanzo, viene
adocchiata da un gruppo male assortito di ragazzi del posto, due sfaccendati,
un ritardato ed un altro che esercita il controllo sugli altri.
Dagli infantili tentativi di
mettersi in mostra dandole fastidio ed avvicinandosi alla sua casa, al momento
in cui la aggrediranno realmente, il passo non è lunghissimo. E del gruppo farà
parte anche Matthew, il ragazzo ritardato, buono ed “affezionato” a Jennifer,
ma incapace di tirarsi indietro dal branco. Ha inizio dunque la lunga sequenza
dello stupro, originariamente lunga circa 25 minuti. Uno dei motivi per cui
rimane tutto così maledettamente impresso l’ho realizzato solo mentre
scorrevano i titoli di coda, poiché non me ne ero reso conto prima: non esiste
colonna sonora. Nulla. Minimalismo totale, solo i rumori dei colpi, le urla, i
gemiti, le risate.
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