TITOLO ORIGINALE: The Premature Burial
REGISTA: Roger Corman
ANNO DI USCITA: 1962
DURATA: 81’
PAESE: USA
VOTO: 70
Aahhh, il dolce fascino degli
horror d’annata! L’emozione nel leggere “Directed by Roger Corman”, un nome che per anni ho letto nei listoni di film
horror e che da allora ho associato indissolubilmente alla trasposizione
cinematografica dei racconti di Edgar
Allan Poe. Nell’episodio in questione il racconto prescelto è La Sepoltura Prematura, facente parte,
manco a dirlo, dei racconti del terrore magistralmente composti ed orchestrati
dal maestro americano.
Ray Milland prende il posto di
Vincent Price, fedelissimo di Corman
che non poté prendere parte al film per ragioni contrattuali. Studioso di
medicina, egli è dominato dal pensiero di un possibile seppellimento prematuro,
idea che lo tormenta quotidianamente e che invade i suoi incubi ed ogni spazio
possibile nella sua mente. Convinto che il padre fu sepolto vivo a causa di un
attacco di catalessi, maturò la convinzione che la stessa sorte avrebbe potuto
riguardargli. Il suo rimedio, dopo meditazioni e tormenti interiori, fu quello
di lanciarsi nel progetto e nella costruzione di una tomba a prova di fuga,
piena di meccanismi che, qualora si fosse svegliato dopo il seppellimento, gli
avrebbero permesso di uscire facilmente dalla bara, di trovare nutrimento e
luce, di poter suonare una campana per attirare l’attenzione e di avere vari
meccanismi per aprire porte, finestre o addirittura il tetto per poter uscire e
tornare alla vita.
Tuttavia, il suo matrimonio
cominciava a risentire pesantemente della sua ossessione: egli viveva ormai
quasi perennemente nella tomba che aveva costruito, e la moglie giunge al punto
di imporgli un ultimatum. Posto di fronte alla scelta, l’uomo decide di dare un
taglio netto con le sue paure, affrontandole di petto e facendo saltare in aria
la propria tomba. Ma ovviamente il finale non farà che confermare i suoi timori
e costringerlo ad affrontarli in forma se possibile anche peggiore.
La parte conclusiva dell’opera, a parere di chi
scrive un po’ debole e artificiosa, si discosta nettamente da quella del breve
racconto di Poe, nel quale il
protagonista superava di slancio i suoi problemi, finendo per vivere
un’esperienza da incubo che si rivelerà però essere solo una sensazione e non
un reale seppellimento. Nel film invece Corman
spinge sui triangoli amorosi e sulle vendette, sulle gelosie e sui ritorni
dalla tomba, finendo per snaturare almeno in parte l’opera originale ma
soprattutto fallendo il fondamentale obiettivo di ricreare una sequenza
realmente claustrofobica. Nonostante ciò, il film procede bene tratteggiando in
maniera convincente, anche se forse ancora più marcata del necessario,
l’ossessione assoluta del protagonista di fronte al peggiore degli incubi.
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