TITOLO ORIGINALE: Paranormal Activity 2
REGISTA: Tod Williams
ANNO DI USCITA: 2010
DURATA: 91’
PAESE: USA
VOTO: 40
La
medesima formula, per funzionar più di una volta, ha bisogno di variazioni sul
tema o di trovate davvero interessanti, poiché altrimenti il rischio di cadere
nel baratro del già visto e della noia è assai elevato. Nel caso di Paranormal Activity se possibile il
pericolo era ancora maggiore, dato che il film era caratterizzato da pochi
elementi ben giocati e che consentivano alla pellicola di mantenere una sua
forte identità, cosa risultata ancor più palese nell’ultimo biennio durante il
quale si sono visti proliferare i film che trattano l’argomento in maniera più
o meno simile.
Questo seguito è ambientato qualche tempo prima rispetto alla storia di Micah e Katie che avevamo visto nel primo film. Facciamo la conoscenza di Kristi, la sorella di Katie, del suo compagno, della figlia di lui e del loro piccolo Hunter. Come già si era capito, l’entità paranormale perseguita Katie e la sua famiglia da ormai molto tempo, e lo scopo del film è raccontarci come tale fenomeno sia alla fine giunto a tormentare lei, Micah e la loro casa.
Questo seguito è ambientato qualche tempo prima rispetto alla storia di Micah e Katie che avevamo visto nel primo film. Facciamo la conoscenza di Kristi, la sorella di Katie, del suo compagno, della figlia di lui e del loro piccolo Hunter. Come già si era capito, l’entità paranormale perseguita Katie e la sua famiglia da ormai molto tempo, e lo scopo del film è raccontarci come tale fenomeno sia alla fine giunto a tormentare lei, Micah e la loro casa.
La
storia è presto raccontata: in casa di Kristi iniziano fenomeni inspiegabili,
di crescente intenità e pericolosità, fino a quando, con l’aiuto di una donna
superstiziosa che lavorava per loro come domestica, non riescono a liberarsi
dal giogo della maledizione, trasferendolo a un consanguineo. Ma la vendetta
non tarderà ad arrivare. E’ evidente che la trama non è il pezzo forte, così
come non lo è lo stile registico, ancora una volta basato sulle registrazioni
delle telecamere a circuito chiuso piazzate in casa frammiste a riprese di Ali,
la figlia di Daniel. E’ altrettanto palese che tutto lo sforzo creativo dovesse
essere indirizzato nella creazione di momenti terrificanti e carichi di
tensioni, con manifestazioni in grado di stupire e inquietare lo spettatore.
Ciò
non avviene perché quello che ci troviamo di fronte è il più classico caso di
“more of the same”: la stessa, identica roba del primo film, riproposta allo
stesso, identico modo. Venendo a mancare la sorpresa e l’originalità, a
rimanere è un film scarno sotto tutti i punti di vista: recitazione, messa in
scena, trama, taglio registico, tensione. Dopo l’inevitabile prima mezz’ora di
sbadigli, non c’è il crescendo che ci si attende e la noia impera
incontrastata. Se poi le manifestazioni paranormali sono incentrate sul
pulisci-piscina che nottetempo decide di andare a spasso fuori dalla piscina,
stiamo freschi.
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